Pippo Pattavina, applauditissimo al Turi Ferro di Acireale ne ‘L’aria del Continente’
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Sabato 9 e domenica 10 Marzo è stato messo in scena, al teatro Turi Ferro di Acireale. lo spettacolo “L’aria del continente”, scritto da Nino Martoglio, famoso commediografo belpassese, da un’idea del grande Luigi Pirandello.

La commedia, classico del teatro siculo, ha visto sul palco in veste di protagonista Pippo Pattavina, apprezzatissimo interprete lentinese, nel ruolo di Don Cola Duscio, possidente siciliano che va ad operarsi di appendicite a Roma e rimane affascinato dagli usi, dalla “avanguardia mentale” tipica di quello che viene definito “continente”. Quando Don Cola ritorna in Sicilia si scontra con tutto ciò che credeva si fosse lasciato alle spalle: la mentalità “retrocata e trocotilta” del paese in cui aveva sempre vissuto e anche contro quel Don Cola che aveva creduto morto e sepolto; quello ancora legato ai vecchi usi e costumi tipici della borghesia sicula di inizio Novecento. Inoltre, porta con sé una misteriosa e avvenente signorina romagnola, che genera pettegolezzo in paese e metterà a dura prova la rinnovata integrità morale del protagonista, nascondendo inoltre un grande segreto.   La sceneggiatura del Martoglio è generosa di momenti esilaranti, in cui le spontanee risate pervadono la sala teatrale; la pelliccia di volpe che genera scalpore a tal punto che, in scena, fa comparsa una lupara pronta a far fuoco sulla carcassa del povero animale o il confronto tra lo stesso Don Cola e il tenente Galletti, in cui Cola fronteggia ciò che vorrebbe essere. Soprattutto nella prima metà della commedia, sono frequentissimi i casi di mistilinguismo da parte del protagonista che, pur di darsi un tono, mischia italiano e siciliano suscitando ilarità generale nel pubblico o fa uso inesatto di termini che risultano assolutamente inadeguati (“la coppola di San Pietro”, “sono un uomo adultero, ormai”). Pattavina è eccezionale nell’interpretazione, padroneggiando a dovere il fenomeno del “code switching”, che fa notare inconsapevolmente come l’attore sia rimasto legato alla sua cultura d’appartenenza. Di grande rilievo anche l’interpretazione di Claudia Bazzano, interpretante Marastella, sorella di Cola; tra Pattavina e Bazzano l’alchimia è tale da rendere incredibilmente verosimile il grado di parentela richiesto dalla finzione scenica, con i due capaci di catalizzare l’attenzione o dividersi il palco a seconda delle esigenze. Nota di merito anche a Claudia Sangano, nei panni di Milla Milord, la “forestiera” rivelatasi meno estranea alla Sicilia di quanto dall’inizio della commedia si potesse immaginare; la sua interpretazione è esuberante e spicca proprio come il personaggio che interpreta, apparente in modo voluto e consapevole fuori luogo rispetto al resto dei figuranti in scena. Lo spettacolo, che ha tenuto gli spettatori in sala per circa tre ore, considerando anche le pause per i tre cambi di scenografia, è stato leggero da osservare seppur considerando la durata di certo non indifferente; nonostante l’anzianità della sceneggiatura, essa presenta alcune tematiche ancora attualissime tra cui l’emancipazione femminile e l’importanza data agli stereotipi sociali che costituiscono una delle colonne portanti di tutta la rappresentazione. Il pubblico del “Turi Ferro” ha manifestato il proprio gradimento con scroscianti applausi sia inframezzati allo spettacolo sia, in modo molto più tradizionale, alla fine dello stesso.